Star Trek: Picard 3 – Episodio 2: il nostro commento
Il secondo episodio della terza stagione di Star Trek: Picard, dal titolo originale “Disengage“, è appena stato pubblicato su Prime Video. Ecco il commento di un vecchio trekkie.
Dopo un primo episodio (la recensione) nel complesso convincente e, non che ci volesse molto, nettamente migliore rispetto a tutta la seconda stagione messa insieme, Picard (Patrick Stewart) e Riker (Jonathan Frakes) proseguono la loro missione di salvataggio di un altro personaggio storico del mondo Star Trek: The next generation, la dottoressa Beverly Chrusher (Gates McFadden).
Il loro nemico, però, non è solo questa misteriosa e potentissima nave da guerra che punta tutti i suoi armamenti contro la USS-Titan, ma proprio il capitano della Titan stessa, Liam Shaw, il quale vede i due vecchi eroi come vecchi fossili in cerca di gloria, due pensionati che potrebbero però mettere a repentaglio l’intero equipaggio della nave. Nel ruolo di Shaw, capitano scettico, timoroso e diffidente, troviamo l’attore Todd Stashwick, che risulta piuttosto convincente nei panni di un personaggio le cui azioni, al momento, sembrano però non sempre coerenti con la trama.
Nonostante ciò, le scene ambientate sul ponte di comando della USS Titan, che occupano la metà del secondo episodio di Star Trek: Picard, scorrono molto bene e, in alcuni momenti, riescono a ricreare le atmosfere di alcuni gloriosi episodi di Star Trek: The Next Generation. In particolare è molto bello il dialogo tra Picard e l’altro protagonista inedito di questa stagione, cioè Jack Chrusher (Ed Speelers), figlio dell’omonima dottoressa e a quanto pare, figlio di Picard stesso. Una scelta forse un po’ troppo romanzata e scontata questa, da parte degli sceneggiatori, ma è ancora troppo presto per avere certezze da questo punto di vista.
Ad impedire che l’episodio raggiunga livelli eccelsi ci sono, a nostro parere, due fattori principali. Entrambi, teniamo, sono strutturali e non cambieranno da qui al resto della serie. Anzitutto, nonostante il pregevolissimo sforzo della produzione (in parte riuscito) di tornare ai colori e alle atmosfere del vero e autentico Star Trek: The next generation, gli episodi sono ancora troppo scuri e troppo punk. Alcune volte, più che Star Trek, qualcuno penserà di vedere un misto tra Bladerunner, Altered Carbon e Cyberpunk. Lunghi cappotti in nero lucido, piercing, pettinature con spuntoni, città sempre notture con sole luci al led, insomma cose che con Star Trek c’entrano zero.
Non casualmente, e qui veniamo alla seconda criticità, le scene che risentono maggiormente di questo clima poco trekkiano, sono quelle (non poche purtroppo) in cui è presente uno dei peggiori personaggi nella storia del franchise di Star Trek dal 1966 ad oggi e cioè Raffi (Michelle Hurd). Da tre stagioni, in maniera totalmente inspiegabile e contro la volontà della maggior parte del pubblico, gli sceneggiatori di Star Trek: Picard continuano a dedicare moltissima attenzione a questa tizia il cui modo di agire è totalmente avulso a qualsiasi contesto roddenberryano.
In ogni caso, almeno per ora, queste scene noiosissime non sono riuscite a levarci il gusto e la curiosità per i prossimi episodi, a cui si aggiungerà un altro grandissimo che ha fatto un breve cammeo proprio in questo episodio e cioè Worf (Michael Dorn).
Le prime due stagioni, ed i primi due episodi di Star Trek: Picard sono attualmente disponibili su Prime Video.
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