Prime Video ha appena rilasciato il sesto capitolo della terza stagione di Star Trek: Picard, intitolato The Bounty. Ecco il nostro commento di un episodio che ha sicuramente lasciato il segno, in particolare tra i vecchi appassionati.
Ci eravamo lasciati, lo scorso venerdì, con Picard (Patrick Stewart) e il resto dell’equipaggio della USS Titan alle prese con un mega-complotto galattico, architettato da alcuni fuoriusciti del Dominio, per distruggere la Federazione e vendicare la sconfitta patita dai membri del Dominio stesso al termine della meravigliosa Star Trek: Deep Space Nine.
La chiave per salvare l’universo, come scoperto nel precedente episodio, si trova nella stazione di Daystrom, che però è presidiata da una sofisticata forma di intelligenza artificiale. Mentre Picard e gli rimangono a bordo della nave e cercano di trovare un modo per sbarazzarsi dei vascelli federali controllati dal Dominio, Riker (Jonathan Frakes), Worf (Michael Dorn) e Raffi decidono di correre il rischio e di infiltrarsi all’interno della base. Lì, ad accoglierli sotto forme diverse rispetto a quelle con cui gli appassionati lo hanno conosciuto, c’è uno dei due, tre migliori personaggi di tutti i tempi nella storia di Star Trek e cioè il comandante Data (Brent Spiner).
E questa sarà solo una delle miriadi di riferimenti al passato che caratterizzano l’episodio forse, anzi leviamo il forse, più nostalgico in assoluto nella storia recente di Star Trek. Praticamente ogni minuto si accenna in maniera assai specifica a grandi momenti e personaggi del passato sia di The Next Generation che Deep Space Nine. Tra i quali, Riker che viene addirittura ritratto in un episodio del passato, di TNG nel quale cerca di insegnare a Data a fischiare; Sette di Nove (Jery Ryan) che passa in rassegna tutte le grandi navi stellari del passato, tra qui la sua USS Vojager, la USS Defiant di DS9 e lo sparviero klingoniano Bounty, da cui l’episodio di Star Trek: Picard prende il nome.
Un problema? Per i vecchi appassionati come il sottoscritto assolutamente no, anzi: il ritorno di carichi da undici come il tenente La Forge (LeVar Burton) o Data; scene memorabili come il saluto in sala teletrasporto tra i vecchi membri dell’Enterprise NCC-1701D, sono infatti capaci di generare una sorta di nostalgica gioia interiore nell’animo di chi ha seguito questo franchise dagli albori.
E’ un godimento melanconico che, però, per i neofiti risulterà del tutto incomprensibile, se non ostile. Questo episodio in particolare, risulta infatti sostanzialmente non guardabile senza un’infarinatura sostanziosa del passato di Star Trek. Una scelta precisa da parte degli sceneggiatori che, se pensiamo a cosa sono stati Star Trek: Discovery e anche le prime due stagioni di Star Trek: Picard, risulta piacevolmente sorprendente.
Scelta che si manifesta nell’episodio anche con la chiarissima volontà di fare tabula rasa proprio con le due precedenti (e deludenti) stagioni di questa serie. Il prezzo da pagare per tale coraggiosa ma difficile decisione, è costituito da alcuni vuoti di sceneggiatura nella trama che faranno storcere il naso a parecchia gente. Su tutti, la terza reincarnazione di Data e dei suoi alter ego, unita alla storia del corpo positronico di Picard, appare un costrutto assai artificioso e poco naturale, obolo da pagare per quella che, appunto, è stata la ferma decisione di tagliare i ponti con un recente passato ben al di sotto delle aspettative, in cui la trama aveva deluso in maniera cocente.
Ma nonostante queste non secondarie storture narrative, l’episodio è veramente bello e ricco non solo di spunti nostalgici, ma anche di storie interessanti e riusciti incroci tra presente e passato. Molto bene in tal senso il confronto tra il genitore premuroso La Forge e il padre quasi per caso Picard, costretto a scoprire passo passo e in tardissima età come comportarsi con i figli. Davvero riuscito anche il filone narrativo che coinvolge il capitano Riker, rapito e ricattato dalle forze del Dominio e ora nella difficilissima posizione di dover scegliere tra la fedeltà all’amico di sempre Picard e quella alla sua famiglia, in un parallelismo sublime che vede l’ammiraglio Picard con l’obbligo morale di liberare il fedele scudiero e restituire il favore di trent’anni prima, durante i leggendari episodi The Best of Both Worlds (L’attacco dei Borg).
Un episodio ottimo, che in un contesto normale non sarebbe eccezionale, ma che assume i gradi di piccolo capolavoro semplicemente per il carico emozionale che riesce a portare con se e a trasmettere agli appassionati di vecchia data. Sinceramente ancora un po’ emozionati, non vediamo l’ora di vedere come proseguirà la storia.
Star Trek: Picard 3- Episodio 6
Data di creazione: 2023-03-26 20:10
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