Amazon Prime Video ha appena rilasciato in esclusiva il primo dei dieci episodi che compongono Star Trek: Picard, attesissima serie che riprende in mano le vicende del più amato capitano nella storia della Federazione, interpretato dal Patrick Stewart. Di seguito, un commento a caldo, non una recensione ma un insieme di elucubrazioni da parte di un vecchio trekkie che ha perso il sonno su Star Trek: The Next Generation.
Quando, lo scorso anno, sono uscite le prime indiscrezioni a proposito di Star Trek: Picard il mio cuore, come quello di milioni di appassionati in tutto il mondo, ha palpitato. Questo personaggio, insieme agli altri membri della mitica Enterprise NCC-1701D, ha regalato alcuni dei momenti più straordinari e profondi nella storia della fantascienza mondiale.
Se poi aggiungiamo che, in contemporanea alla realizzazione di Star Trek: Picard, stava andando in onda il terribile Star Trek: Discovery, l’attesa si è fatta veramente spasmodica. Ma mentre ci avvicinavamo a questo fatidico 24 gennaio, un timore cresceva nella mia mente: “non sarà che questa serie diventa come quei tristi e malinconici raduni delle rockstar novantenni?? Quando oramai non cantano più da trent’anni e poi, d’un tratto, li rivedi sul palco con la panza per il canto del cigno?”
Dopo aver visto il primo episodio direi che, per ora, il rischio è scongiurato. Nonostante gli ottant’anni, che si vedono, Patrick Stewart regge ancora il palcoscenico alla grandissima, come un leone. Certo, farei fatica ad immaginarlo a dare ordini sulla plancia come ai tempi di The Next Generation, ma in questa puntata molto introduttiva e poco d’azione, il vecchio Jean Luc se l’è cavata alla grandissima.
Merito anche di una scrittura d’esordio molto, molto interessante. Gli sceneggiatori sono stati infatti abili nel coniugare la nuova storia agli eventi fondamentali con cui si concluse, quasi vent’anni fa, la saga di Star Trek: The next Generation. In qualche modo, infatti, si riparte da dove era finito Star Trek: Nemesis, del 2002, film in cui muore Data e viene in qualche modo predetta la distruzione del pianeta natale dei Romulani, tra i cattivi più amati nella storia del franchise e da troppo tempo ignorati dalla produzione.
E a proposito di Data, che dire…rivederlo è stata una gioia immensa. Si tratta senza dubbio di uno dei due o tre migliori personaggi nella storia di Star Trek, magistralmente interpretato dal grande Brent Spiner. Il primo episodio di Star Trek: Picard comincia proprio con l’androide e il Capitano che, sul ponte-bar dell’Enterprise giocano a poker e si conclude con la vista del famoso Cubo Borg, che non ha bisogno di presentazioni. Non credo esistesse un modo migliore per cominciare e finire un episodio e penso che molti appassionati avranno visto scendere la lacrimuccia e saranno pompatissimi per venerdì prossimo.
Nota di chiusura sulla sigla, che da sempre rappresenta un tratto distintivo di ogni serie Star Trek che si rispetti. Direi bene ma non benissimo. Sicuramente meglio dei deliri e dei colori pastello di quella di Star Trek: Discovery, ma se penso ad un prodotto che si ispira a The Next Genertion, forse si poteva fare meglio. A venerdì prossimo!
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La distruzione di Romulus, da quel che ricordo, non viene dagli eventi di Nemesis (seppur la scena iniziale che vede l’uccisione dei membri dell’Alto Consiglio Romulano possa far intendere che qualcosa di spiacevole accada a Romulus), ma dal Reboot di Star Trek ad opera di J.J. Abrams del 2009.
Ciao Marco, ho appena contattato l’autore del post, ti risponderà quanto prima.
Grazie per il commento xD.
Ciao Marco. Hai ragione, la frase poteva risultare ambigua. L’ho corretta.