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[TFF34] La recensione di Porto, l’ultimo film con Anton Yelchin

Il primo film dell’edizione numero 34 del Torino Film Festival è importante per molti motivi, vi parleremo di Porto, l’ultima volta di Anton Yelchin sul grande schermo.

Prima di tutto è il primo film che vediamo in concorso e possiamo tranquillamente anticipare che il regista ha centrato completamente il segno. Secondo, è l’ultimo film interpretato da Anton Yelchin, giovane attore, morto quest’anno in un incidente d’auto a soli 27 anni e diventato famoso per la saga di Star Trek dove interpretava Chekov.

Il film racconta della breve storia di sesso tra due sconosciuti incontratisi a Porto, città del Portogallo. L’uomo e la donna si vedono, si piacciono, fanno l’amore, si fanno molte promesse ma, alla luce del mattino del giorno dopo, la storia cambia registro e l’epilogo è sgradevole.

Prodotto da Jim Jarmush, il film è diretto con mano sicura dal regista di documentari Gabe Klinger, che sceglie di mostrare la storia d’amore dei protagonisti nel formato panoramico e le scene del passato nel formato 4:3. Inoltre si vedono alcuni inserti di scene girate in Super 8 che creano un caleidoscopio intrigante.

Inoltre, la pellicola è parlata in inglese, in portoghese e in francese aumentando il senso di frantumazione che si percepisce. Malgrado la linea narrativa sia anch’essa frammentata, il film si comprende pienamente.

Il film è molto bello, lascia in bocca un sapore amaro, Yelchin interpreta bene il suo Jake Kleeman, un ragazzo senzapelle che ama di pancia, per un’interpretazione ruvida e onesta. La confusa ragazza è interpretata da Lucie Lucas, un’attrice che buca letteralmente lo schermo, con un fascino ipnotico e straniante. Bellissima la regia, ottima la fotografia, aspettiamo di vedere le prossime opere di Klinger.

Voto: 7

Ecco il trailer del film:

 


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