The Chosen: recensione della serie Netflix sulla vita di Gesù
Abbiamo visto la prima stagione di The Chosen, la serie basata sulla vita di Gesù di Nazareth disponibile su Netflix. Questa è la nostra recensione.
Prima di entrare nel merito della discussione sulle puntate, è bene citare l’insolito processo produttivo che ha determinato il successo della serie creata da Dallas Jenkins: l’idea era quella di portare sul piccolo schermo una serie tv che ricostruisse fedelmente e con dovizia storiografica i resoconti presentati nei quattro vangeli. Per farlo è stata messa in piedi una delle più importanti campagne di crowdfunding mai organizzate tant’è che, stando a diverse fonti, per la realizzazione della seconda e della terza stagione sono stati raccolti rispettivamente dodici e diciotto milioni di dollari.
The Chosen, che secondo i rumours dovrebbe contare su un totale di sette stagioni, ha ricevuto – forse inaspettatamente – un notevole successo in termini di visualizzazioni (tutti gli episodi sono disponibili anche gratuitamente sul canale della casa di distribuzione Angel Studios) e critica (100% di giudizi positivi sul noto aggregatore Rotten Tomatoes) e ad oggi è considerata un vero e proprio caso mediatico.
The Chosen: il commento alla prima stagione
La storia è dai più conosciuta e presto detta: nei territori della Galilea e della Giudea occupati dai romani, predicatori e presunti maestri ammassano folte schiere di accoliti e profetizzano il prossimo compimento delle promesse annunciate nella Torah. Tra i vari spicca Gesù di Nazareth, uomo dalle umili origine intento a predicare parole per certi versi rivoluzionarie. Molti saranno affascinati dalle sue parabole e dai suoi insegnamenti e vedranno in lui il Messia, altri lo temeranno e cercheranno di ostacolarne l’ascesa.
The Chosen è una serie atipica, che ha anzitutto il merito di portare su schermo una vicenda controversa – basti pensare alle discussioni sui precedenti casi cinematografici, “L’ultima tentazione di Cristo” e “La passione di Cristo” – trovando equilibrio tra profondità tematica, rispetto delle fonti e funzionalità d’intrattenimento. Sì perché stiamo pur sempre parlando di una serie tv e come ogni serie tv che si rispetti deve saper avvincere e appassionare lo spettatore. E The Chosen ci riesce alla grande trattando temi importanti, e presentando argomenti considerati da molti controversi, senza annoiare.
È una serie che può essere vista a prescindere dalle proprie credenze religiose e dalla voglia che si ha di mettere in discussione le proprie idee. Il fattore di maggior successo dello sceneggiato forse è proprio in questa sua capacità d’essere al contempo sia prodotto di intrattenimento, zeppo di sottotrame e di snodi narrativi, sia opera che invita alla riflessione.
La sceneggiatura di Tyler Thompson, Dallas Jenkins e Ryan Swanson è serrata e ritmata e prende vita grazie a uno stuolo di attori perfettamente in ruolo, su tutti gli ottimi Erick Avari – già visto tra gli altri in “La Mummia” e in “Stargate” – e al protagonista Jonathan Roumie, vincitore del Grace Prize for Most Inspiring Performance for TV ai Movieguide Awards 2020.
In definitiva possiamo dire che, al netto di alcuni passaggi in cui gli atteggiamenti di certi personaggi appaiono troppo contemporanei, con The Chosen siamo di fronte a un lavoro che unisce sapientemente entertainment e riflessione e che, ne siamo certi, farà parecchio parlare di sé. Ora non ci resta che passare alla seconda stagione.
La prima stagione di The Chosen è attualmente disponibile nel catalogo di Netflix.
The Chosen: il trailer
The Chosen
Regista: Dallas Jenkins
Data di creazione: 2023-10-28 10:46
4
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One thought on “The Chosen: recensione della serie Netflix sulla vita di Gesù”
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È avvincente, sto adesso seguendo la terza stagione. Amo molto the chosen perché riscopro fatti, dialoghi, messaggi che già
conosco, ma con una chiave diversa, inducendomi ad una riflessione più profonda, introspettiva. Sto divulgando la conoscenza di questo serial tra le mie conoscenze, perché voglio condividere con gli altri questa meravigliosa esperienza.