The Lie: Recensione del thriller su Prime Video
Abbiamo visto The Lie (La Bugia in italiano), il thriller prodotto da Blumhouse Productions, distribuito attraverso Amazon Prime Video. Questa è la recensione.
Terminato nel 2018, il thriller The Lie ha trovato la via della distribuzione solo quest’anno, ed il tutto grazie ad un mega-accordo di partnership tra la Blumhouse Productions di Jason Blum e Amazon Studios.
La regia è di Veena Sud, già protagonista di alcune buone prove registiche in ambito televisivo, mentre il cast conta i nomi illustri di Peter Sarsgaard e Mireille Enos, nonchè della giovanissima promessa Joey King. Al centro della trama due genitori che cercano in ogni modo di proteggere il futuro in bilico della propria figlia, rea di aver ucciso volontariamente una sua amica di scuola.
COMMENTO. Nonostante la sua anima non propriamente horror, The Lie ha trovato spazio su Prime Video come parte della catena antologica di genere Welcome to the Blumhouse. Detto questo, va detto che la mancanza della componente horror nel film della regista Sud di certo non può essere considerata pregiudicante dal punto di vista qualitativo.
Il film è dotato di una buona dose di suspense, essendo sorretto da una tematica dal forte interesse sociale, ma ciononostante sembra deludere dal punto di vista comunicativo, dimostrando in più di un’occasione una sorta di distacco da quel mondo reale di cui dovrebbe farsi portavoce visti gli eventi narrati. A tal proposito è evidente il peso di un marchio come quello della Blumhouse, da sempre tendente al sensazionalismo, anche quando non richiesto.
La regia di Veena Sud è minimalista, ma non per questo deludente. L’impronta della filmmaker si nota in particolar modo quando c’è da scavare nella psiche dei suoi protagonisti, due genitori piombati in una sorta di inferno emotivo dopo quel disgraziato evento che dà il via ad una serie di scelte più o meno discutibili. Ciò che forse manca, e si nota maggiormente nell’atto finale, è la mancanza di una carica carismatica che avrebbe potuto dare al suo film un finale degno del tema trattato.
La recitazione in The Lie è forse l’aspetto che regala più soddisfazioni . Peter Sarsgaard e Mireille Enos non sono di certo attori di primo pelo, sono poco inclini alla scelta di ruoli estremamente commerciali, e soprattutto bravissimi a dare il meglio quando si tratta di personaggi feriti emotivamente. Non delude neppure la prova offerta dalla giovanissima Joey King, il cui talento va assolutamente tenuto d’occhio per il futuro.
Per una buona riuscita di un film come The Lie (o La Bugia) c’erano tutti i presupposti, ma come spesso accade per le produzioni di casa Blumhouse qualcosa non convince.
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