Oggi vi parliamo del film di apertura della diciottesima edizione del ToHorror Film Fest, presentato fuori concorso, Climax di Gaspar Noè
Un gruppo di ragazzi si ritrova in una palestra per provare una coreografia, si ride, ci si diverte, si parla, si flirta. Complice la sangria, però, qualcosa va storto e tutto prende una piega drammatica.
LA RECENSIONE
…e chi pensava che sarebbe stato facile, ci dovrebbe ripensare. Gaspar Noè è da sempre un autore estremo, che si ama o si odia. Esploso col difficile ma intenso Irreversible di qualche anno fa, con Monica Bellucci, il regista francese ha mantenuto sempre alto il livello di intensità emotiva dei proprio film e questo ultimo film non delude.
La pellicola è una lunghissima scena post-credit: inizia con l’ultima scena, poi partono i credits finali e, quindi, il film. La prima scena, come l’ultima scena di Irreversible, è di una bellezza incredibile: un lunghissimo piano sequenza che riprende la coreografia che i ragazzi stanno provando.
Quasi come ispirato da La la land, difatti, Noè filma una trascinante sequenza di ballo sulle note di Supernature di Cerrone e, a differenza del film di Chazelle, qui la camera è fissa o con piccoli movimenti che, da sola, meriterebbe la visione del film.
Dopo questo, inizia un incubo allucinato e allucinante sulle vicende dei ragazzi chiusi nella palestra, un incubo claustrofobico, a tratti insopportabile, di fortissimo impatto emotivo.
Grandissima musica di sottofondo che mescola Giorgio Moroder ai Daft Punk per un film che non è un musical, non è un horror, non è molte cose ma è cinema puro.
Noè sfida lo spettatore come un bambino sfida i genitori nel combinare le marachelle e inanella, oltre alle scene forti, dei dialoghi monstre, lunghissimi e dei piani sequenza interminabili. Ma il regista conosce bene il suo mestiere e dirige il suo film più compiuto, con movimenti di macchina perfetti e mai buttati lì.
Climax, presentato a Cannes di quest’anno è un film bello, quasi perfetto, di difficilissima visione, non per tutti i palati, ma che consacra Noè come autore affermato e maturo.
Il Trailer
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