L’avevamo detto: l’edizione numero 73 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è principalmente americana. Infatti, il numero dei film di produzione americana, sia in concorso sia fuori concorso, è considerevole, e oggi vengono presentati in concorso proprio due film di produzione (o co-produzione) statunitense: Jackie di Pablo Larraìn e Voyage of Time: Life’s Journey di Terrence Malick.
Dopo aver raccontato la storia cilena con una magnifica trilogia (Tony Manero, Post Mortem e No – I giorni dell’arcobaleno), Pablo Larraìn torna a raccontare la Storia di un altro paese, quella degli Stati Uniti, con Jackie (interpretata da Natalie Portman) che racconta i giorni seguenti l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy visti attraverso gli occhi della First Lady Jacqueline Kennedy. Nel cast, oltre a Natalie Portman, anche Peter Sarsgaard, Greta Gerwig e John Hurt.
Terrence Malick, da sempre lontano dai riflettori e dal glamour di Hollywood, non è mai stato un regista dedito all’intrattenimento; capolavori come La rabbia giovane, I giorni del cielo e La sottile linea rossa (realizzati nell’arco di quasi trent’anni) sono lì a dimostrarlo. Tuttavia, negli ultimi anni, i suoi film si sono fatti più enigmatici, più criptici se volete, ma anche più numerosi. L’amato/odiato The Tree of Life, Leone d’Oro a Venezia, ha dato il via a un tipo di cinema filosofico/esistenziale che rinuncia quasi completamente alla narrazione per privilegiare la bellezza e la ricercatezza delle immagini che rendono la natura vera e propria protagonista. Per questo motivo, al Lido è molto atteso Voyage of Time: Life’s Journey, narrato da Cate Blanchett. Ecco la sinossi:
In Voyage of Time: Life’s Journey, esperienza dei sensi, della mente e dell’anima, è l’universo che ci passa davanti agli occhi in un viaggio d’esplorazione nel nostro passato planetario e in una ricerca del luogo cui l’umanità è destinata in futuro. Percorso dalla mormorante energia della natura stessa, il film fonde effetti speciali innovativi con grandiose riprese girate in giro per il globo e oltre il globo, alla scoperta di ciò che dura, di ciò che resiste nel tempo.
Che cosa significa, dopo tutti quegli eoni, essere noi, qui, ora? L’azione ripercorre la cronologia scientifica dell’universo, dalla nascita delle stelle all’esplosione di una nuova vita sulla Terra, alla comparsa dell’umanità con il conseguente stravolgimento del pianeta. Malick invita gli spettatori a sondare il passato, il presente e il futuro in un modo intimo. Il film mostra una serie di fenomeni naturali mai visti prima, fenomeni celesti e terrestri, macroscopici e microscopici, proposti con la consulenza di un gruppo di esperti scientifici all’avanguardia.
La violenta geologia del pianeta ai suoi albori. Le prime cellule, che si sviluppano, si dividono, esplorano ogni nicchia possibile. La comparsa dei pesci, delle foreste, dei dinosauri e della nostra specie con la sua necessità di rapportarsi a ogni cosa: tutto questo si trasforma in un inno alla natura, alla vita, all’universo. Non esistono due individui che avranno la stessa esperienza. (Dal pressbook del film)
Come si può notare, il soggetto non è per nulla narrativo e/o commerciale: vedremo se il regista riuscirà a bissare l’exploit di The Tree of Life.
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