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[View Conference 2016] Intervista al grande Roger Guyett, supervisore degli effetti speciali di Star Wars VII

E’ raro incontrare una persona che ha letteralmente scritto la storia del cinema, ancora più raro scoprire quanto sia amabile e alla mano, ricca di disponibilità ed ironia, stiamo parlando del nostro incontro con Roger Guyett alla View Conference, 

Vero maestro nel campo degli effetti speciali e supervisore del favoloso Star Wars VII – Il risveglio della forza. Candidato a 4 premi Oscar: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban nel 2005, Star Trek nel 2009, Into darkness – Star Trek nel 2013 e, appunto, Star Wars VII nel 2016. Per capirci, è uno dei creatori della favolosa scena iniziale de Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg.

Alla View Conference, Guyett è stato osannato da tutta la platea che l’ha omaggiato di un applauso intenso e emozionante. Il nostro ha presentato un superbo panel in cui ha analizzato alcune scene del film di J.J. Abrams e di come, a dispetto di molti film, sia stato un lavoro il più possibile reale.

Per il film, difatti, è stato usato il CGI solo quando era assolutamente indispensabile, mentre, quando era possibile, le locations erano vere, anche in condizioni di caldo estremo o costruendo maestosi set: una vera controtendenza rispetto a tutti i panel visti precendentemente, quasi tutti girati in studio con l’utilizzo del green screen.

Prima del panel, abbiamo potuto parlargli in una round-table con altri giornalisti, ricca di relax, ironia e intelligenza. Ecco cosa ci ha detto:

  • Universal Movies: “Mr. Guyett, volevamo sapere se ci poteva raccontare qualcosa su i due suoi primi lavori, We’re back e Casper.”
  • Roger Guyett: “Ho iniziato seriamente a lavorare in questo settore soprattutto col film Casper, dove il supervisore era Dennis Muren, vera figura storica negli effetti speciali. Quello che amo veramente nel lavorare con Muren è che si inizia a parlare del film in maniera molto aperta, con una collaborazione importante. Gli devo molto, mi ha insegnato tantissimo. “
  • UM: “Volevamo sapere a che punto siete con la produzione di Ready player one, il nuovo film di Steven Spielberg e anche se, dopo l’esperienza come attore in Star Wars III – La vendetta dei Sith, pensa di ripeterla.”
  • RG: “[ride] No, la mia carriera come attore è finita lì. Per piacere, dimenticatemi da Star Wars III. Ready player one è un grande progetto e sono molto emozionato di esservi stato coinvolto. E’ fantastico! Steven Spielberg ha un fantastico team e ogni progetto che cura è unico ed innovativo.”
  • UM: “…ma ci sarà qualche forte invenzione tecnologica?”
  • RG: “Si, sarà molto innovativo e molto diverso da quello visto finora. La vera sfida è proprio questa, come anche in Star Wars. Star Wars stesso, soprattutto per i capitoli I, II e III aveva una larghissima quantità di scene digitali, progressi tecnologici enormi che si erano fatti rispetto ai 22 anni precedenti, ma la storia debole ha catturato l’attenzione degli spettatori e non ho sentito nessuno dire Oh, che fantastici effetti speciali, che innovazioni tecnologiche, perchè la storia non li aveva veramente catturati. Quello che voglio veramente dire e che non ci sono film facili, c’è sempre una versione migliore di quello che stai facendo, se una cosa che hai fatto è stata facile, probabilmente non ti sei impegnato abbastanza nel farla. Questa è la verità. Quando ero piccolo ho visto Guernica di Picasso in una galleria d’arte e ho visto anche gli studi preparatori. Non si può pensare che una mattina Picasso si è alzato e ha dipinto il quadro ma, nel tempo, ha cercato di farlo migliore, sempre migliore e ancora migliore. Molte persone pensano che, siccome le cose sono fatte al computer, allora sono facili, ma non è così, la verità è che si deve lavorare duramente e bene nelle cose che si fanno.”

Riguardo ai film che lui ha curato e che ama di più, Roger ha parlato del fatto che ogni film ha i suoi pregi, si conoscono fantastici professionisti, si impara da chi sa bene il proprio lavoro, soprattutto se sono registi preparati ed esperti. Ognuno di loro ha una diversa visione, un stile diverso e devi adattarti a ciò. In ogni caso lui è molto orgoglioso del lavoro fatto per Salvate il soldato Ryan e Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.

Ha inoltre raccontato che la genesi di Star Wars – Episodio VII è stata particolare perchè tutti avevano una loro opinione sul film, cosa era giusto o sbagliato fare. Quello che hanno cercato di fare loro è stato abbracciare tutte queste aspettative, cercando in ogni caso di sorprendere tutti con idee e trovate originali. Ci sono state tantissime discussioni prima del film, con centinaia e centinaia di decisioni, è stato tutto molto complicato.

Sempre parlando di Star Wars e dell’estetica tipica degli anni ’70, combinata ad una nuova visione moderna, Guyett ha detto che Abrams non voleva assolutamente fare un film nostalgico o retrospettivo, le molte decisioni prese erano quelle di creare un film affascinante e interessante alle nuove generazioni, con un approccio il più possibile realista, il tentativo è stato quello di prendere i vecchio posti, le vecchie locations, i vecchi personaggi e ridisegnarli completamente.

Facendo esempi sulle locations, Guyett ci ha confidato che Harry Potter e il prigione di Azkaban doveva avere molte scene assolate, ma, girando in Scozia, il film ha preso quella piega dark, molto bella e innovativa, che è poi stato il suo marchio rappresentativo per i film seguenti. Non era stata una decisione ma il caso e il meteo hanno voluto questo. Anche per Star Trek, nelle scene girate a San Francisco, la nebbia che si vede nel film era inaspettata ed è rimasta, facendo vedere la città emergere dalla nebbia. Molti avranno pensato che fosse aggiunta digitalmente, ma non è stato così.

E’ stato un vero onore conoscere Roger Guyett e gli auguriamo di vincere presto il suo primo, meritato, Oscar.

Ecco a voi una vecchia intervista per Star Trek – Into darkness e il trailer di Star Wars VII:

 

 

 

 


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