Se n’è andato a 87 anni il regista William Friedkin, regista premio Oscar per Il braccio violento della legge e dell’horror campione di incassi L’esorcista.
Nato a Chicago nel 1935, di origine ebraiche e ucraine, Friedkin si avvicinò al mondo del cinema non ancora trentenne quando, nel 1962, diresse The People vs. Paul Crump, documentario su un uomo di colore condannato a morte.
Nel 1967, il regista diresse la coppia Cher/Sonny Bono nel musical Good Times che ebbe un buon riscontro al botteghino e che gli consentì di realizzare Quella notte inventarono lo spogliarello (1968) con Britt Ekland.
Il 1968 e il 1970 videro William Friedkin approcciarsi a film con tematiche più importanti con Festa di compleanno tratto da un dramma di Harold Pinter che il regista voleva realizzare da diversi anni, e Festa per il compleanno del caro amico Harold, prima opera hollywoodiana a trattare apertamente il tema dell’omosessualità.
Il successo di critica ottenuto da questi due film aprirono le porte della Warner Bros. a Friedkin che venne chiamato a dirigere Il braccio violento della legge (1971) con protagonista Gene Hackman. Fu un successo globale con cinque premi Oscar conquistati tra cui quello per la regia.
Due anni dopo arrivò il film che segnò in modo indelebile la carriera di William Friedkin e la storia del cinema: L’esorcista, sceneggiato da William Peter Blatty da un suo romanzo, sconvolse e terrorizzò il mondo intero e fu l’horror con l’incasso più alto di sempre fino a IT di Andy Muschietti. Lo straordinario successo del film portò la realizzazione di sequel e serie tv che, però, non hanno mai eguagliato il capostipite.
Gli anni Ottanta furono piuttosto contrastati per Friedkin non riuscendo a riconquistare il piacere del pubblico e quello della critica: Il salario della paura, remake di Vite vendute, fu un disastro e stessa sorte subì Crusing che, nonostante Al Pacino, attirò su di sé le ire del mondo omosessuale. Fa eccezione Vivere e morire a Los Angeles (1985) che contiene uno degli inseguimenti più memorabili della storia del cinema.
Anche gli anni Novanta non furono facili per Friedkin che andò incontro a sonori flop di pubblico e critica come L’albero del male (1990), Blue Chips – Basta vincere (1994) e Jade (1995).
Con il suo ultimo film di finzione, Killer Joe (2011), Friedkin sembra tornare alle sue origini con una storia torbida e affatto conciliante e che offre a Matthew McConaughey una delle sue migliori interpretazioni.
Nel 2017, il regista torna dopo quasi mezzo secolo ad affrontare il tema dell’esorcismo con il documentario The Devil and the Father Amorth incentrato proprio sul celebre esorcista.
Durante la 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia a William Friedkin venne assegnato il meritato Leone d’oro alla carriera.
William Friedkin è stato uno dei registi che, all’apice del suo successo, ha fatto dell’ambiguità la sua marca poetica più preponderante e ha contribuito considerevolmente a fare della New Hollywood uno dei movimenti cinematografici più importanti della storia del cinema.
FONTE: ANSA
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